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22
Il patto del tradimento
(Mat. 26.1-5,14-16 e rif.)

1 OR la festa degli azzimi, detta la pasqua, si avvicinava. 2 E i principali sacerdoti, e gli Scribi, cercavano come lo farebbero morire, perciocchè temevano il popolo.

3 Or Satana entrò in Giuda, detto per soprannome Iscariot, il quale era del numero de' dodici. 4 Ed egli andò, e ragionò co' principali sacerdoti, e co' capitani, come egli lo metterebbe loro nelle mani. 5 Ed essi se ne rallegrarono, e patteggiarono con lui di dargli danari. 6 Ed egli promise di darglielo nelle mani; e cercava opportunità di farlo senza tumulto.

L'ultima pasqua; la Santa Cena
(Mat. 26.17-30 e rif.)

7 OR venne il giorno degli azzimi, nel qual conveniva sacrificar la pasqua. 8 E Gesù mandò Pietro e Giovanni, dicendo: Andate, apparecchiateci la pasqua, acciocchè la mangiamo. 9 Ed essi gli dissero: Ove vuoi che l'apparecchiamo? 10 Ed egli disse loro: Ecco, quando sarete entrati nella città, voi scontrerete un uomo, portando un testo pien d'acqua; seguitatelo nella casa ov'egli entrerà. 11 E dite al padron della casa: Il Maestro ti manda a dire: Ov'è la stanza, nella quale io mangerò la pasqua co' miei discepoli? 12 Ed esso vi mostrerà una gran sala acconcia; quivi apparecchiate la pasqua. 13 Essi dunque, andati, trovaron come egli avea lor detto, ed apparecchiaron la pasqua.

14 E quando l'ora fu venuta, egli si mise a tavola, co' dodici apostoli. 15 Ed egli disse loro: Io ho grandemente desiderato di mangiar questa pasqua con voi, innanzi che io soffra. 16 Perciocchè io vi dico che non ne mangerò più, finchè tutto sia compiuto nel regno di Dio[a]. 17 Ed avendo preso il calice, rendè grazie[b], e disse: Prendete questo calice, e distribuitelo tra voi; 18 perciocchè, io vi dico che non berrò più del frutto della vigna, finchè il regno di Dio sia venuto.

19 Poi, avendo preso il pane, rendè grazie, e lo ruppe, e lo diede loro, dicendo: Quest'è il mio corpo, il quale è dato per voi; fate questo in rammemorazione di me[c]. 20 Parimente ancora, dopo aver cenato, diede loro il calice, dicendo: Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue, il quale è sparso per voi[d].

21 Nel rimanente, ecco, la mano di colui che mi tradisce è meco a tavola[e]. 22 E il Figliuol dell'uomo certo se ne va, secondo ch'è determinato[f]; ma, guai a quell'uomo per cui egli è tradito!

23 Ed essi cominciarono a domandarsi gli uni gli altri, chi fosse pur quel di loro che farebbe ciò.

Il maggiore sia come il minore
(Mat. 20.25-28 e rif.)

24 OR nacque ancora fra loro una contesa, chi di loro paresse che fosse il maggiore[g]. 25 Ma egli disse loro: I re delle genti le signoreggiano, e coloro che hanno podestà sopra esse son chiamati benefattori[h]. 26 Ma non già così voi[i]; anzi, il maggiore fra voi sia come il minore, e quel che regge come quel che ministra[j]. 27 Perciocchè, quale è il maggiore, colui ch'è a tavola, o pur colui che serve? non è egli colui ch'è a tavola? or io sono in mezzo di voi come colui che serve[k].

28 Or voi siete quelli che siete perseverati meco nelle mie tentazioni[l]. 29 Ed io altresì vi dispongo il regno[m], siccome il Padre mio me l'ha disposto; 30 acciocchè voi mangiate, e beviate, alla mia tavola, nel mio regno[n]; e sediate sopra de' troni[o], giudicando le dodici tribù d'Israele.

Pietro avvisato
(Mat. 26.33-35 e rif.)

31 IL Signore disse ancora: Simone, Simone, ecco, Satana ha richiesto di vagliarvi[p], come si vaglia il grano. 32 Ma io ho pregato per te[q], acciocchè la tua fede non venga meno; e tu, quando un giorno sarai convertito, conferma i tuoi fratelli[r].

33 Ma egli disse: Signore, io son presto ad andar teco, e in prigione, ed alla morte.

34 Ma Gesù disse: Pietro, io ti dico che il gallo non canterà oggi, prima che tu non abbi negato tre volte di conoscermi.

Le due spade
35 POI disse loro: Quando io vi ho mandati senza borsa, e senza tasca, e senza scarpe[s], avete voi avuto mancamento di cosa alcuna? Ed essi dissero: Di niuna.

36 Disse loro adunque: Ma ora, chi ha una borsa tolgala; parimente ancora una tasca; e chi non ne ha venda la sua vesta, e comperi una spada. 37 Perciocchè, io vi dico che conviene che eziandio questo ch'è scritto sia adempiuto in me: Ed egli è stato annoverato fra i malfattori[t]. Perciocchè le cose, che sono scritte di me, hanno il lor compimento.

38 Ed essi dissero: Signore, ecco qui due spade. Ed egli disse loro: Basta.

Gesù in Ghetsemane
(Mat. 26.36-46 e rif.)

39 POI, essendo uscito, andò, secondo la sua usanza[u], al monte degli Ulivi; e i suoi discepoli lo seguitavano anch'essi.

40 E giunto al luogo, disse loro: Orate, che non entriate in tentazione[v]. 41 Allora egli fu divelto da loro, quasi per una gettata di pietra; 42 e postosi in ginocchioni, orava, dicendo: Padre, oh! volessi tu trasportar da me questo calice! ma pure, non la mia volontà, me la tua sia fatta. 43 Ed un angelo gli apparve dal cielo confortandolo[w]. 44 Ed egli, essendo in agonia[x], orava vie più intentamente; e il suo sudore divenne simile a grumoli di sangue, che cadevano in terra.

45 Poi, levatosi dall'orazione, venne ai suoi discepoli, e trovò che dormivano di tristizia. 46 E disse loro: Perchè dormite? levatevi, ed orate, che non entriate in tentazione.

Arresto di Gesù
(Mat. 26.47-56 e rif.)

47 ORA, mentre egli parlava ancora, ecco una turba; e colui che si chiamava Giuda, uno de' dodici, andava davanti a loro, e si accostò a Gesù per baciarlo; perciocchè egli avea loro dato questo segno: Colui chi io bacerò è desso. 48 E Gesù gli disse: Giuda, tradisci tu il Figliuol dell'uomo con un bacio?

49 E coloro ch'erano della compagnia di Gesù, veggendo che cosa era per avvenire, dissero: Signore, percoteremo noi con la spada[y]? 50 Ed un certo di loro percosse il servitore del sommo sacerdote, e gli spiccò l'orecchio destro. 51 Ma Gesù fece lor motto, e disse: Lasciate, basta! E, toccato l'orecchio di colui, lo guarì.

52 E Gesù disse a' principali sacerdoti, ed a' capi del tempio, ed agli anziani, che eran venuti contro a lui: Voi siete usciti contro a me con ispade, e con aste, come contro ad un ladrone. 53 Mentre io era con voi tuttodì nel tempio, voi non metteste mai le mani sopra me; ma quest'è l'ora vostra, e la podestà delle tenebre.

Gesù rinnegato da Pietro
(Mat. 26.69-75 e rif.)

54 ED essi lo presero, e lo menarono, e lo condussero dentro alla casa del sommo sacerdote[z]; e Pietro lo seguitava da lungi.

55 Ed avendo essi acceso del fuoco in mezzo della corte, ed essendosi posti a sedere insieme, Pietro si sedette nel mezzo di loro.

56 Or una certa fanticella, vedutolo seder presso del fuoco, e guardatolo fiso, disse: Anche costui era con lui. 57 Ma egli lo rinnegò, dicendo: Donna, io nol conosco.

58 E, poco appresso, un altro, vedutolo, gli disse: Anche tu sei di quelli. Ma Pietro disse: O uomo, non sono.

59 E, infraposto lo spazio quasi d'un'ora, un certo altro affermava lo stesso, dicendo: In verità, anche costui era con lui; perciocchè egli è Galileo. 60 Ma Pietro disse: O uomo, io non so quel che tu dici. E subito, parlando egli ancora, il gallo cantò.

61 E il Signore, rivoltosi, riguardò Pietro. E Pietro si rammentò la parola del Signore, come egli gli avea detto: Avanti che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte. 62 E Pietro se ne uscì, e pianse amaramente.

Gesù davanti al Sinedrio
(Mat. 26.57-68 e rif.)

63 E COLORO che tenevano Gesù lo schernivano[aa], percotendolo. 64 E velatigli gli occhi, lo percotevano in su la faccia; e lo domandavano, dicendo: Indovina chi è colui che ti ha percosso. 65 Molte altre cose ancora dicevano contro a lui, bestemmiando.

66 Poi, come fu giorno, gli anziani del popolo, i principali sacerdoti, e gli Scribi, si raunarono, e lo menarono nel lor concistoro. 67 E gli dissero: Sei tu il Cristo? diccelo[bb].

Ed egli disse loro: Benchè io vel dica, voi nol crederete. 68 E se altresì io vi fo qualche domanda, voi non mi risponderete, e non mi lascerete andare. 69 Da ora innanzi il Figliuol dell'uomo sederà alla destra della potenza di Dio[cc].

70 E tutti dissero: Sei tu adunque il Figliuol di Dio? Ed egli disse loro: Voi lo dite, perciocchè io lo sono. 71 Ed essi dissero: Che abbiam più bisogno di testimonianza? poichè noi stessi l'abbiamo udito dalla sua propria bocca.

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